giovedì 6 febbraio 2014

THE BEATLES

Evviva i BEATLES: domani, 50 anni fa, i "Fab Four" atterravano a JFK per debuttare due giorni dopo all'Ed Sullivan Show, il palcoscenico dei talenti musicali nell'America del boom. "John non riusciva a capacitarsi che si trovavano nello stesso set occupato prima di loro da Billy Holly e i Crickets", ha rievocato uno dei tecnici di scena di allora ai margini della registrazione del maxi-concerto celebrativo che andrà in onda dopodomani, 9 febbraio, alla stessa ora, mezzo secolo dopo della prima apparizione Usa degli scarafaggi di Liverpool davanti a 700 fan e a una audience Tv di 73 milioni. Fu l'inizio della British Invasion, il segnalibro che fece voltare pagina a una nazione ancora sotto shock per l'assassinio del presidente Kennedy a Dallas.
  
 Con la beatlemania che furoreggiava in Inghilterra, i Beatles scalarono le classifiche americane con "I Want To Hold Your Hand". Ad aprile 1964, appena un mese dopo il loro arrivo, occupavano tutte e cinque le prime posizioni della classifica di Billboard. "Beatles in America. Lo scenario e la storia cinquant'anni anni dopo", il libro fotografico di Spencer Leigh pubblicato in questi giorni in Italia da Arcana racconta tutto questo e altro con interviste esclusive a musicisti, promoter e testimoni oculari di ogni genere. Negli Usa i quattro capelloni inglesi riempirono i teatri, le arene e gli stadi più prestigiosi diventando in breve "più famosi di Elvis", e poi tornarono in America per altri tre tour nell'arco di due anni e mezzo. Alla fine di questo ciclo, nel 1966, Lennon dichiarò che i Beatles erano "più famosi di Gesù", e a quel punto il rapporto con il pubblico americano si complicò.

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