giovedì 2 gennaio 2014

LA FEBBRE DEL GIOCO

Parliamo di crisi generale,di crisi in ogni settore,ma esiste un settore che proprio non sente accusare questa problematica:il gioco d'azzardo.Anzi, proprio grazie alla crisi riesce a prosperare. Parliamo del gioco, un business milionario con incassi da capogiro, paragonabili a quelli di colossi industriali come Enel e Telecom. C'è chi ha tutto da guadagnarci e chi invece finisce sul lastrico. Tanti restano intrappolati nella rete: non più giocatori, ma malati. Dipendenti dal gioco, come da una droga. Statistiche alla mano, le categorie più esposte sono quelle più deboli.Esiste un mondo semisommerso, fatto di storie drammaticamente simili. Si comincia con l'euforia per qualche vincita, magari piccola, ma ritenuta comunque importante. E nell'immaginazione il gioco diventa la soluzione dei problemi, una scorciatoia per la fortuna. Ben presto però il quadro cambia: i soldi cominciano ad andarsene. Tanti e in fretta. Allora bisogna inseguirli, giocare di più, alzare la posta, nella speranza di riconquistare almeno il denaro perduto. Si crea così quel buco nero in breve tempo finisce per mangiarsi tutto: i risparmi di una vita, il lavoro, a volte perfino la casa, ma anche le amicizie e gli affetti familiari. Nonostante la vastità del fenomeno, nel nostro Paese la dipendenza da gioco è ancora un argomento tabù. La cura richiede tempi lunghi. «Questo tipo di patologie», puntualizza ancora Leopoldo Grosso, «si affronta con una terapia cognitivo-comportamentale. Bisogna lavorare sul sintomo, il gioco in sé, ma anche scavare più a fondo, cercare il disagio che sta dietro. Infatti quasi sempre il gioco è uno sfogo improprio, un modo per allentare una forte tensione emotiva, legata a situazioni lavorative o familiari pesanti. Il nostro percorso prevede anche una terapia di gruppo. Infatti tra gli effetti più devastanti del gioco c'è l'isolamento: improvvisamente il malato si ritrova ripiegato su se stesso, chiuso nel suo mondo. Noi cerchiamo di aiutarlo a ricostruire dei legami".
Io penso che questa vera malattia possa essere curata solo con una gran forza di volonta e una abnegazione molto forte perchè ti succhia dentro come un vortice.
Non giochiamo con la nostra vita !!!!

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