giovedì 25 dicembre 2014
Le feste sono arrivate
Ci siamo.. Le feste sono arrivate.. I regali sono pronti.. Ma noi siamo pronte? I vestiti da indossare sono pronti? La parola chiave è Rosso... E quale periodo migliore se non questo per indossare il colore rosso? Ma non solo negli abiti.. Ma anche smalto,accessori,rossetto,intimo.... Conosciamo il perché indossare l'intimo rosso a capodanno? A quanto pare, la tradizione nasce in Cina: nel simbolismo orientale infatti, il rosso è il colore dell'augurio, della buona sorte.. Il rosso è ricchissimo a livello simbolico di significati positivi: indica buon auspicio, forza, successo, passione e AMORE.. è un colore decisamente potente, è sorgente di energia, stimola le forze del bene ed espelle l’energia negativa. Quindi, cosa c'è di meglio che indossarlo nella notte che segna il passaggio dal vecchio al nuovo anno? Non resta che controllare che non manchi nel nostro armadio... E se dovesse mancare,non corriamo a comprarlo...deve essere regalato!!!! Buona Fortuna e tanto Amore a Tutti!!!
martedì 16 dicembre 2014
IL MURO DELLA KIA' : Eyeliner. ..nemico avvicinabile! !!!
L'Eyeliner è davvero un evergreen grazie alla sua capacità di sottolineare e allungare lo sguardo. ... ovviamente se applicato nel modo giusto! Personalmente lo adoro e spesso è l unico articolo di make up che non manca mai nella mia pochette. Le prime ad indossarlo sono state le donne degli anni 20, ed ha raggiunto l apice del successo negli anni 60, quando icone di bellezza del calibro di Audrey Hepburn e Brigitte Bardot lo hanno scelto come elemento principale del loro make up. Sicuramente affascinante e misterioso è il cosmetico più amato e allo stesso tempo odiato da tutte le donne. A volte la linea viene troppo spessa, altre troppo sottile, in altre ancora il tocco è troppo tremolante. Con alcuni consigli e un po di pratica però vedrete che riuscirete anche voi a tracciare una linea di eyeliner perfetta!!!! Degna di una star di Hollywood In commercio c'è ne sono un eternità : in gel,penna, in polvere , liquido e con varie tipologie di punte. Io scelgo quello a pennarello che permette una linea facile e precisa. Piccolo trucco!!!!: Per rendere l occhio più grande e seducente tracciate la linea solo sulla parte esterna , inferiore e superiore delle ciglia, lasciando la parte interna dell occhio al naturale oppure usate una matita bianca o latte, che renderà l occhio più grande ed accattivante! !!!! Insomma, il segreto è allenarsi come in palestra. PRACTICEMAKEPERFECT LAPRATICARENDEPERFETTI oppure.... CHI BELLO VUOLE APPARIRE UN PO DEVE SOFFRIRE quindi madames , armatevi di pazienza e pennello e cominciate l allenamento : vedrete che verrete ripagate! !!! L Eyeliner ripaghera lo sforzo e la concentrazione che metterete. . Donadovi uno sguardo degno di Scarlett Johansson! !!! #chisausarelosguardocreagrandicasini
lunedì 15 dicembre 2014
"Mickykreosa, un oggetto sfizioso per un regalo prezioso!"
Regali..
Regalini.. Cosa compro? Cosa non compro? Queste sono le domande che
iniziamo a farci con l'avvicinarsi del Natale... Le piccole Creazioni
che vedete nella foto, vengono realizzate dalla mia Amica Micaela,con il
fimo.. Alcuni di voi si chiederanno cosa sia..ed io ve lo spiego... Il
fimo è una pasta sintetica modellabile e termoindurente.. La sua
consistenza lo rende appunto adatto a trasformarsi in piccoli oggetti...
Semplice da modellare,basta solo avere fantasia,essere originali e
presentare "qualcosa" di diverso.. Così da poter stupire la persona che
riceve in regalo queste creazioni... Lo sappiamo che basta poco per
rendere felice una persona... E ciò che rende felice la mia Amica
Micaela sono i suoi clienti e i loro sorrisi mentre ammirano le sue
creazioni!!!!
Lei vi aspetta dal 15 al 28 Novembre presso il centro commerciale "Lanciano"! E per chi andrà a farle visita,ci sarà un mio piccolo regalo per voi!!!
*MickyKreosa* Vi aspetta!!
Lei vi aspetta dal 15 al 28 Novembre presso il centro commerciale "Lanciano"! E per chi andrà a farle visita,ci sarà un mio piccolo regalo per voi!!!
*MickyKreosa* Vi aspetta!!
sabato 13 dicembre 2014
Il pensiero notturno della misteriosa Donna Catalana
Oggi sono stata nel Villaggio di Babbo Natale.. ma non il Lapponia!!! E mi sono resa conto che l'aria si fa sempre più natalizia.. Tante piccole luci.. Il colore rosso che ha prevale su tutti gli altri.. I profumi.. I sorrisi della gente.. Le risate dei bambini che vanno ad incidere la più bella melodia.. Il Natale è così.. È in grado di mettere tutti di buon umore.. Di stupire tutti... Il mondo ha necessità del Natale.. Questa festa che ci fa fermare,attendere aspettare,sperare.. Molti dichiarano di essere tristi in questo giorno,ma per chi sa cogliere il dono d'amore di questi giorni, non ha altro da fare che sorridere! Possono esserci tante cose da dire sul Natale... Ma il Natale non è un giorno,non è uno stato d'animo.. il Natale è vivere ogni giorno l'Amore!!! C'è qualcosa di sbagliato nello svegliarsi questo giorno e sentirsi un pó bambini? No,allora scriviamo anche noi la nostra letterina,chiediamo anche noi qualcosa che aspettiamo... e chissà che Babbo Natale quest'anno ci faccia trovare il nostro regalo tanto atteso sotto l'albero!!
IL MURO DELLA KIA'
#perfettamanontroppo.
Generalità : Chiara,28 anni, italiana,carnagione chiara,occhi di un colore indefinito. .. chiari sicuramente,paragonabili all acqua: mutevole nelle sfumature.
Capelli biondi,diventati poi castani,poi arancioni,poi neri, poi nuovamente biondi...platino, ora rosa aaaaaaaaa! !!!!!
Corpo sicuramente passabile, 37 di piedi taglia 42, 1.74 di altezza.
Un pezzo di carne umana che nel complesso ho imparato ad amare e valorizzare col tempo.
Perché la perfezione mi perseguita,perseguita tutti noi donne e uomini.ma soprattutto le donne costrette purtroppo a paragonarsi alle varie starlette di turno, che invadono web,televisioni e giornali.
Voler essere perfetti non è un idea razionale, è proprio un bisogno emotivo! !!!!
Solo la perfezione può farci sentire Ascoltati,Amati,Ammirati,Approvati
Sentirsi validi ed ascoltati nella società. Le emozioni più nascoste ci fanno sentire e credere che se piaci a qualcuno , hai valore e puoi essere felice!
Che assurdità! !!!!! La verità è che cercare di essere perfetti è un processo che ci fa consumare un sacco di energie. ...e i sentimenti positivi ahimè durano ben poco!!!
Perciò, SIATE PERFETTI. ..MA NON TROPPO@@@@.mantenete le piccole imperfezioni! !!
Sono quelle che ci caratterizzano. ..che non ci fanno sembrare tutti uguali.milioni di corpi perfetti con capelli perfetti, look perfetti, unghie perfette..... ODDIO BASTAAAAA!!!!!
NON SIAMO MICA DENTRO IL TRUMAN SHOW!!!!!!
QUESTA È VITA REALE GIRLS & BOYS... svegliatevi r prendete coscienza anke della vostra Anima.
Imparate ad esporre fuori quello che avete dentro!!!!
Quello sicuramente non potrà essere mai un COPIA E INCOLLA!!
Generalità : Chiara,28 anni, italiana,carnagione chiara,occhi di un colore indefinito. .. chiari sicuramente,paragonabili all acqua: mutevole nelle sfumature.
Capelli biondi,diventati poi castani,poi arancioni,poi neri, poi nuovamente biondi...platino, ora rosa aaaaaaaaa! !!!!!
Corpo sicuramente passabile, 37 di piedi taglia 42, 1.74 di altezza.
Un pezzo di carne umana che nel complesso ho imparato ad amare e valorizzare col tempo.
Perché la perfezione mi perseguita,perseguita tutti noi donne e uomini.ma soprattutto le donne costrette purtroppo a paragonarsi alle varie starlette di turno, che invadono web,televisioni e giornali.
Voler essere perfetti non è un idea razionale, è proprio un bisogno emotivo! !!!!
Solo la perfezione può farci sentire Ascoltati,Amati,Ammirati,Approvati
Sentirsi validi ed ascoltati nella società. Le emozioni più nascoste ci fanno sentire e credere che se piaci a qualcuno , hai valore e puoi essere felice!
Che assurdità! !!!!! La verità è che cercare di essere perfetti è un processo che ci fa consumare un sacco di energie. ...e i sentimenti positivi ahimè durano ben poco!!!
Perciò, SIATE PERFETTI. ..MA NON TROPPO@@@@.mantenete le piccole imperfezioni! !!
Sono quelle che ci caratterizzano. ..che non ci fanno sembrare tutti uguali.milioni di corpi perfetti con capelli perfetti, look perfetti, unghie perfette..... ODDIO BASTAAAAA!!!!!
NON SIAMO MICA DENTRO IL TRUMAN SHOW!!!!!!
QUESTA È VITA REALE GIRLS & BOYS... svegliatevi r prendete coscienza anke della vostra Anima.
Imparate ad esporre fuori quello che avete dentro!!!!
Quello sicuramente non potrà essere mai un COPIA E INCOLLA!!
LA SINDROME DI PETER PAN.......
Nella concezione generale un Peter Pan è colui che non vuole crescere,
che è rimasto fermo alla propria infanzia ed adolescenza dove tutto è
bello, tutto è possibile, e c'è il rifiuto di calarsi nel mondo, con le
limitazioni che questo comporta.
Egli è un essere perfetto che vive in un suo mondo ideale; è vivace, curioso, brillante; ha un' inestinguibile sete di novità e di esperienze; è egocentrico, impaziente, "al di là del bene e del male"; è incapace di fare i conti con la realtà; è ottimista, impulsivo, incostante. Vive in un mondo che non esiste, l'Isola che non c'è, e non ha nessuna intenzione di abbandonarla, anzi, essa rappresenta per lui l'unica realtà possibile.
Perchè sottolineare queste caratteristiche ? Perchè nella maggior parte di esse personalmente mi rivedo io e sinceramente non la vedo cosi negativa come la si vuol far passare.
Nel suo mondo egli è il padrone assoluto, tutto esiste unicamente per lui, in funzione dei suoi desideri e dei suoi umori. L'unica cosa che conta è stare bene, essere felici. L'importante è non avere bisogno di nulla e di nessuno. Nulla gli serve, egli è perfetto in se stesso, un Dio a cui tutto è dovuto, e davanti a cui il mondo s'inchina ammirato. Le piccole banalità quotidiane, le fastidiose difficoltà della vita gli scivolano addosso, egli è speciale, superiore, vive nel futuro, nell'immaginario, nello straordinario. Egli non ha dolori o affanni, quindi non li può riconoscere nell'altro: una battuta, uno scherzo, ed ecco che se ne va, pronto per un nuovo gioco. Essendo un Dio, tutto gli è permesso, senza alcun limite. Tempo, spazio e possibilità sono concetti non compresi dal Puer. Se vuole qualcosa, lo vuole subito, e non contempla la possibilità di non essere esaudito, anzi, non contempla nemmeno il dover chiedere per ottenere. In questo, anche, consiste il fascino del Puer, che scappa da un'avventura all'altra, imprendibile, sfuggente, sempre altrove.
Penso che queste caratteristiche facciano parte di una persona Viva,piena di energia da sprigionare,che si distingue dal resto no perchè vuole emergere ma proprio dal suo modo di essere
cosidetto puerile,ma secondo il mio parere molto piu' matruro di molti altri.
Lui sa cosa volere solo che la prende in modo diverso,forse ha una maggior percentuale di sensibilità
di molti altri.
Egli è un essere perfetto che vive in un suo mondo ideale; è vivace, curioso, brillante; ha un' inestinguibile sete di novità e di esperienze; è egocentrico, impaziente, "al di là del bene e del male"; è incapace di fare i conti con la realtà; è ottimista, impulsivo, incostante. Vive in un mondo che non esiste, l'Isola che non c'è, e non ha nessuna intenzione di abbandonarla, anzi, essa rappresenta per lui l'unica realtà possibile.
Perchè sottolineare queste caratteristiche ? Perchè nella maggior parte di esse personalmente mi rivedo io e sinceramente non la vedo cosi negativa come la si vuol far passare.
Nel suo mondo egli è il padrone assoluto, tutto esiste unicamente per lui, in funzione dei suoi desideri e dei suoi umori. L'unica cosa che conta è stare bene, essere felici. L'importante è non avere bisogno di nulla e di nessuno. Nulla gli serve, egli è perfetto in se stesso, un Dio a cui tutto è dovuto, e davanti a cui il mondo s'inchina ammirato. Le piccole banalità quotidiane, le fastidiose difficoltà della vita gli scivolano addosso, egli è speciale, superiore, vive nel futuro, nell'immaginario, nello straordinario. Egli non ha dolori o affanni, quindi non li può riconoscere nell'altro: una battuta, uno scherzo, ed ecco che se ne va, pronto per un nuovo gioco. Essendo un Dio, tutto gli è permesso, senza alcun limite. Tempo, spazio e possibilità sono concetti non compresi dal Puer. Se vuole qualcosa, lo vuole subito, e non contempla la possibilità di non essere esaudito, anzi, non contempla nemmeno il dover chiedere per ottenere. In questo, anche, consiste il fascino del Puer, che scappa da un'avventura all'altra, imprendibile, sfuggente, sempre altrove.
Penso che queste caratteristiche facciano parte di una persona Viva,piena di energia da sprigionare,che si distingue dal resto no perchè vuole emergere ma proprio dal suo modo di essere
cosidetto puerile,ma secondo il mio parere molto piu' matruro di molti altri.
Lui sa cosa volere solo che la prende in modo diverso,forse ha una maggior percentuale di sensibilità
di molti altri.
Il Peter usa l'intelligenza, ed è estremamente attento
al mondo esterno: ma l'attenzione può venire distorta, nel tentativo di
difendersi da ciò che può essere spiacevole. Attenzione non
necessariamente vuol dire consapevolezza, anzi: qui è spesso un
attenzione selettiva che elimina alcuni aspetti di realtà, e porta
quindi ad una percezione distorta dell'esperienza.
Il vivere nell' Eden implica evidentemente
un'altra caratteristica: l'ottimismo. In un mondo perfetto, non si può
che essere ottimisti. Tutta va sempre, comunque, bene. E per caso
qualche piccolo intoppo si frappone nel raggiungimento dell'obiettivo,
questo viene sdegnosamente spazzato via. Il Puer vive nel mondo
dell'innocenza, ed è facile rilevare in lui una tendenza ad essere
ingenuo, credulone e idealista. Si tratta di un ottimismo cieco che nega
la realtà, a favore del mantenimento dell'illusione.
Il rifiuto della banalità è evidentemente un modo per confermare la
propria unicità; la solitudine, l'individualismo e il non adattamento
alle regole sociali sono tentativi di alimentare l'ideale di sé. Ma il
voler essere diversi a tutti i costi è una forzatura, e smaschera
l'inconsistenza del Peter: "se fuggiamo l'adattamento pensando di essere
qualcosa di speciale, il risultato è che diventiamo proprio persone
prive d'individualità."
Il Peter deve intraprendere il viaggio che lo riporterà ad essere quello
che è. Egli dovrà affrontare il crollo della propria illusione,
calandosi nel mondo "reale", per poi scoprire che la sua illusione era,
in fondo, l'unica vera Realtà.
Insieme a te non ci sto piu'............
Ci
sono materiali, oggetti della cultura, apparentemente (solo
apparentemente) lontani dalla mediazione familiare ma che valgono quanto
e forse più di qualsivoglia saggio sulla stessa.
"Insieme a te non ci sto più / guardo le nuvole lassù... / Cercavo in te: la tenerezza che non ho, / la comprensione che non so / trovare in questo mondo stupido. / Quella persona non sei più, / quella persona non sei tu. / Finisce qua... / Chi se ne va che male fa. / Io trascino negli occhi / dei torrenti d'acqua chiara / dove io berrò... / Io cerco boschi per me e vallate col sole più caldo di te. / Insieme a te non ci sto più / guardo le nuvole lassù... / E quando andrò, / devi sorridermi se puoi / non sarà facile ma sai / si muore un po' per poter vivere. / Arrivederci amore ciao, / le nubi sono già più in la. / Finisce qua, / chi se ne va che male fa... "
Una canzone delicata e poetica dove, in pieno spirito di mediazione, si respira tutto il dolore e il rancore della separazione ("Cercavo in te: la tenerezza che non ho, / la comprensione che non so / trovare in questo mondo stupido"), il senso di sconfitta ("Quella persona non sei più, / quella persona non sei tu"), ma anche, e ugualmente, la speranza di felicità e quello sguardo al futuro che -appunto- dovrebbe caratterizzare ogni processo di mediazone ("Io trascino negli occhi / dei torrenti d'acqua chiara / dove io berrò... / Io cerco boschi per me e vallate col sole più caldo di te").
E, se non bastasse, così come dovrebbe concludersi ogni buona storia di mediazione, ecco che l'uomo o la donna (straordinaria abilità dell'autore nel lasciare neutro il protagonista) di questa piccola e quotidiana storia dell'amore alla fine dell'amore, lasciano la scena con un suggerimento che tutti i mediatori dovrebbero mandare a memoria per poi accompagnare le parti a farsene un mantra di consapevolezza: "E quando andrò, / devi sorridermi se puoi / non sarà facile ma sai / si muore un po' per poter vivere". Il mediatore, più che annoiarsi sfogliando pagine e pagine di tanti saggi che alla fine cortocircuitano sempre sulle stesse quattro cose (tranne il mio, of course), dovrà forgiarsi di questi materiali che raccontano tanto di più dell'animo umano quando si incaglia nei fondali dell'amore alla fine dell'amore. Per questo motivo, ho preferito evitare il solito borderò bibliografico e, in appendice del mio "L'Amore alla Fine dell'Amore", ho raccolto una copiosa serie di film, canzoni, testi di narrativa e poesia, opere d'arte a mio avviso fondamentali per nutrire l'animo del mediatore (non solo del mediatore).
È il caso della
bella canzone dal cui testo prende il titolo questo articolo, scritta da
Paolo Conte e Vito Pallavicini e portata al successo da Caterina Caselli
nel 1968.
Proviamo a leggerla...
"Insieme a te non ci sto più / guardo le nuvole lassù... / Cercavo in te: la tenerezza che non ho, / la comprensione che non so / trovare in questo mondo stupido. / Quella persona non sei più, / quella persona non sei tu. / Finisce qua... / Chi se ne va che male fa. / Io trascino negli occhi / dei torrenti d'acqua chiara / dove io berrò... / Io cerco boschi per me e vallate col sole più caldo di te. / Insieme a te non ci sto più / guardo le nuvole lassù... / E quando andrò, / devi sorridermi se puoi / non sarà facile ma sai / si muore un po' per poter vivere. / Arrivederci amore ciao, / le nubi sono già più in la. / Finisce qua, / chi se ne va che male fa... "
Una canzone delicata e poetica dove, in pieno spirito di mediazione, si respira tutto il dolore e il rancore della separazione ("Cercavo in te: la tenerezza che non ho, / la comprensione che non so / trovare in questo mondo stupido"), il senso di sconfitta ("Quella persona non sei più, / quella persona non sei tu"), ma anche, e ugualmente, la speranza di felicità e quello sguardo al futuro che -appunto- dovrebbe caratterizzare ogni processo di mediazone ("Io trascino negli occhi / dei torrenti d'acqua chiara / dove io berrò... / Io cerco boschi per me e vallate col sole più caldo di te").
E, se non bastasse, così come dovrebbe concludersi ogni buona storia di mediazione, ecco che l'uomo o la donna (straordinaria abilità dell'autore nel lasciare neutro il protagonista) di questa piccola e quotidiana storia dell'amore alla fine dell'amore, lasciano la scena con un suggerimento che tutti i mediatori dovrebbero mandare a memoria per poi accompagnare le parti a farsene un mantra di consapevolezza: "E quando andrò, / devi sorridermi se puoi / non sarà facile ma sai / si muore un po' per poter vivere". Il mediatore, più che annoiarsi sfogliando pagine e pagine di tanti saggi che alla fine cortocircuitano sempre sulle stesse quattro cose (tranne il mio, of course), dovrà forgiarsi di questi materiali che raccontano tanto di più dell'animo umano quando si incaglia nei fondali dell'amore alla fine dell'amore. Per questo motivo, ho preferito evitare il solito borderò bibliografico e, in appendice del mio "L'Amore alla Fine dell'Amore", ho raccolto una copiosa serie di film, canzoni, testi di narrativa e poesia, opere d'arte a mio avviso fondamentali per nutrire l'animo del mediatore (non solo del mediatore).
venerdì 12 dicembre 2014
Sliding doors
Se ci pensiamo bene,la maggior parte degli eventi che accadono,sono per puro caso... Sei in un posto,ma non dovevi esserci.. Incontri qualcuno,ma non devi incontrarlo.. Pronunci una parola esatta,invece per chi ascolta può essere sbagliata... Ascolti una canzone che ti fa tornare in mente un particolare,ma era meglio non ascoltarla... Beh,si posso elencare tanti avvenimenti di questo tipo.. Di coincidenze che si incastrano tra di loro e vanno quasi a formare la situazione,il momento giusto.. Che non aspettavi... E,spesso,incontriamo la persona o le persone che siamo destinate ad incontrare.. Che sono in grado di modificare la nostra esistenza.. Quindi non diamo mai nulla per scontato.. Vagabondiamo a caso per il mondo e,accogliamo qualsiasi cosa la vita ci offra.. Perché a volte, il treno sbagliato può portarci alla stazione giusta !!!!!!!
giovedì 11 dicembre 2014
TRENDY&THE CITY
Lasciamo perdere il Sex....che da qualche decennio ormai è riscaldato in padella peggio delle puntate di Beautiful.!!!!!!! Qui,quello che ci interessa è la parola Trend. Essere trend,di moda insomma. ..per dirlo in parole povere.!!! Appartenere ad un gruppo sociale e fare di tutto per non specchiarsi e ritrovarsi nel corpo e nella mente di un ipotetica Bridget Jones!!!!!!! Il che vuol dire,stare al passo con i tempi,con la moda che cammina,corre e a volte fa persino spinning. .... tanto è in attendibile. Riguardo la moda si è detto,si dice e si dirà tanto. È difficile fornire una definizione precisa del concetto di moda,anche perché non esiste al riguardo un interpretazione oggettiva ed univoca. Io amo pensare che scorra nel mio sangue. ....un principio universale risiedente in ogni donna e in ogni uomo su questa terra. Un elemento della civiltà e del costume sociale, che non interessa solo il corpo ma tutti i mezzi si espressione di cui un uomo dispone. Quindi.... basta seguire il proprio istinto ed i propri mezzi di cui la natura (e la mamma...) ci ha donato. Perciò. .. non cerchiamo a tutti i costi la Kate Moss che è in noi.. ma lasciamo prevalere noi,i nostri istinti che sicuramente guideranno occhi,mani e naso nella direzione giusta. Giusta per noi .. donne e uomini non di carta ma fatti di carne e di Cuore!!!!! #heart&thecity
L'immagine sostituisce 1000 parole.......
Il 31 Dicembre si avvicina... e noi ci prepariamo a
salutare l'anno che va via.. Quante cose successe.. Quanti attimi
vissuti.. Quante risate fatte.. Quante persone incontrate..
Ma,pensandoci bene,non sarebbe bello catturare questi momenti? I più
significativi ci restano impressi nel cuore e negli occhi... Ma gli
altri prima o poi sbiadiranno... E allora,perché non FOTOGRAFARE tutto
ciò? Perché non avere la possibilità di stampare,di avere tra le mani,di
guardare ogni volta che ne abbiam voglia,questi momenti,questi
colori,questi piccoli secondi vissuti... Così da poterne rivivere le
emozioni,sentirne gli odori, e rivivere la stessa felicità!!! Buon fine
anno amici... E fotografate fotografate fotografate!!!
lunedì 8 dicembre 2014
L'UOMO TIGRE
L'Uomo Tigre (タイガー・マスク Taigā Masuku?, lett. "Tiger Mask"), talvolta citato anche come Tigerman, è un manga realizzato da Ikki Kajiwara (sceneggiatore) e Naoki Tsuji (character designer) e pubblicato nel 1969 in Giappone dalla casa editrice Kodansha.
Dal manga è stata poi tratta una serie animata, prodotta da Toei Animation, per un totale di 105 episodi, trasmessi in Giappone tra il 2 ottobre 1969 e il 30 settembre 1971, giunti anche in Italia dove la serie è stata doppiata e mandata in onda da varie emittenti locali a partire dal 1982. Nel 1981 è stato prodotto un sequel, Uomo Tigre II, di 33 episodi, prodotto sempre da Toei, creato dagli autori della prima serie coadiuvati da Junichi Miyata
Perchè questo preambolo ?
Forse perchè in ognuno di noi si cela la doppia identità,una che conosciamo tutti cosidetta "maschera pirandelliana"e l'altra che nasconde la nostra tigre.
Purtroppo non tutti hanno il coraggio del nostro Naoto Date alias Uomo Tigre.
Chi non ha mai sognato nella propria vita d'indossare una maschera con cui nascondersi e farsi rivalsa di tutte le oppressioni o rivincite della vita odierna ?
Dal capo opprimente,al partner ossessivo o solamente per evadere dalla quotidianeita'.
Infatti mi sono soffermato su questo cartoon giapponese,il quale è pieno di morale,riflettere al di sopra del dualismo; agire in funzione della vita; rifiuto alla violenza; combattere per la libertà; sacrificarsi per un ideale in salvaguardia della vita; uguaglianza e lealtà fra gli esseri umani, anche se si tratta del proprio nemico; insomma, insegnamenti di vita che un bambino, quando si trova a vivere le sue esperienze, ricorda e comprende appieno; crescendo come un uomo degno di essere chiamato tale, con un coraggio, un amore per la vita, e una capacità di ragionare con la sua testa. Io credo che al giorno d'oggi, un valido strumento per contribuire alla formazione di un bambino, contro l'indottrinamento sociale, scolastico e mediatico; oltre che una sana cultura, possa essere proprio la visione di questi cartoni. Il giusto connubbio tra "l'uomo Tigre" televisivo e quello di tutti i giorni che ci apprestiamo a vivere noi.
Dal manga è stata poi tratta una serie animata, prodotta da Toei Animation, per un totale di 105 episodi, trasmessi in Giappone tra il 2 ottobre 1969 e il 30 settembre 1971, giunti anche in Italia dove la serie è stata doppiata e mandata in onda da varie emittenti locali a partire dal 1982. Nel 1981 è stato prodotto un sequel, Uomo Tigre II, di 33 episodi, prodotto sempre da Toei, creato dagli autori della prima serie coadiuvati da Junichi Miyata
Perchè questo preambolo ?
Forse perchè in ognuno di noi si cela la doppia identità,una che conosciamo tutti cosidetta "maschera pirandelliana"e l'altra che nasconde la nostra tigre.
Purtroppo non tutti hanno il coraggio del nostro Naoto Date alias Uomo Tigre.
Chi non ha mai sognato nella propria vita d'indossare una maschera con cui nascondersi e farsi rivalsa di tutte le oppressioni o rivincite della vita odierna ?
Dal capo opprimente,al partner ossessivo o solamente per evadere dalla quotidianeita'.
Infatti mi sono soffermato su questo cartoon giapponese,il quale è pieno di morale,riflettere al di sopra del dualismo; agire in funzione della vita; rifiuto alla violenza; combattere per la libertà; sacrificarsi per un ideale in salvaguardia della vita; uguaglianza e lealtà fra gli esseri umani, anche se si tratta del proprio nemico; insomma, insegnamenti di vita che un bambino, quando si trova a vivere le sue esperienze, ricorda e comprende appieno; crescendo come un uomo degno di essere chiamato tale, con un coraggio, un amore per la vita, e una capacità di ragionare con la sua testa. Io credo che al giorno d'oggi, un valido strumento per contribuire alla formazione di un bambino, contro l'indottrinamento sociale, scolastico e mediatico; oltre che una sana cultura, possa essere proprio la visione di questi cartoni. Il giusto connubbio tra "l'uomo Tigre" televisivo e quello di tutti i giorni che ci apprestiamo a vivere noi.
domenica 7 dicembre 2014
L'Italiana in Algeri
« Tu mi dovresti trovar un'italiana. Ho una gran voglia d'aver una di quelle signorine che dan martello a tanti cicisbei »
(Mustafà, atto I scena II)
L'Italiana in Algeri è un'opera lirica in due atti di Gioachino Rossini, su libretto di Angelo Anelli, andata in scena per la prima volta a Venezia il 22 maggio 1813.
Premetto che son un fan sfegatato del Rossini,ma penso che in questa Opera e nella Gazza Ladra,il Maestro abbia raggiunto l'apice nella comunicazione della sua meravigliosa armonia fusa concentrato di strumenti ad aria,in primis i flauti.
Trama:
Il Bey di Algeri, stanco della propria moglie Elvira, convince il suo schiavo italiano Lindoro a sposarla offrendogli l'opportunità così di ritornare in Italia e portarla con se, ma vuole un'italiana. Il corsaro Haly si mette a caccia di una donna per il sovrano e trova Isabella che era stata rapita dai pirati durante le ricerche del suo fidanzato Lindoro.
La donna è in compagnia di Taddeo, irriducibile spasimante, che per non destare sospetti si fa passare per zio. Con fascino ed astuzia Isabella soggioga il Bey, ottiene che Lindoro divenga suo schiavo e di nascosto prepara la fuga. Taddeo e Lindoro progettano un inganno per il Bey Mustafà. Gli riferiscono che Isabella ha deciso di nominarlo suo Pappataci, titolo per gli amanti instancabili.
Viene organizzata una cerimonia, a cui vengono invitati anche gli schiavi italiani, in cui Mustafà legge i compiti a cui deve attenersi. Il rito a cui deve sottoporsi è mangiare, bere e tacere. Si avvicina un vascello in cui si imbarcano gli amanti e gli schiavi italiani, Taddeo cerca di avvertire il Bey dell'inganno ma è totalmente immedesimato nel ruolo di pappataci e si rifiuta di prestare attenzione; non gli resta che imbarcarsi a sua volta. Mustafà esausto delle prove dell'italiana, ritorna dalla moglie.
La morale è che se una donna lo desidera è capace di ingannare chiunque. Doppia è l'umiliazione del Bey, abbandonato dalla sua donna dei desideri, rimanere con una moglie ormai non più sottomessa.
Non posso far altro che consigliarvi vivamente,amanti o no dell'opera lirica,di andarla a vedere almeno per una volta,vi innamorerete e nascera' in voi una passione trascendentale,viscerale che è l'Amore per la Musica,l'amore per Gioacchino Rossini.
L'Italiana in Algeri è un'opera lirica in due atti di Gioachino Rossini, su libretto di Angelo Anelli, andata in scena per la prima volta a Venezia il 22 maggio 1813.
Premetto che son un fan sfegatato del Rossini,ma penso che in questa Opera e nella Gazza Ladra,il Maestro abbia raggiunto l'apice nella comunicazione della sua meravigliosa armonia fusa concentrato di strumenti ad aria,in primis i flauti.
Il Bey di Algeri, stanco della propria moglie Elvira, convince il suo schiavo italiano Lindoro a sposarla offrendogli l'opportunità così di ritornare in Italia e portarla con se, ma vuole un'italiana. Il corsaro Haly si mette a caccia di una donna per il sovrano e trova Isabella che era stata rapita dai pirati durante le ricerche del suo fidanzato Lindoro.
La donna è in compagnia di Taddeo, irriducibile spasimante, che per non destare sospetti si fa passare per zio. Con fascino ed astuzia Isabella soggioga il Bey, ottiene che Lindoro divenga suo schiavo e di nascosto prepara la fuga. Taddeo e Lindoro progettano un inganno per il Bey Mustafà. Gli riferiscono che Isabella ha deciso di nominarlo suo Pappataci, titolo per gli amanti instancabili.
Viene organizzata una cerimonia, a cui vengono invitati anche gli schiavi italiani, in cui Mustafà legge i compiti a cui deve attenersi. Il rito a cui deve sottoporsi è mangiare, bere e tacere. Si avvicina un vascello in cui si imbarcano gli amanti e gli schiavi italiani, Taddeo cerca di avvertire il Bey dell'inganno ma è totalmente immedesimato nel ruolo di pappataci e si rifiuta di prestare attenzione; non gli resta che imbarcarsi a sua volta. Mustafà esausto delle prove dell'italiana, ritorna dalla moglie.
La morale è che se una donna lo desidera è capace di ingannare chiunque. Doppia è l'umiliazione del Bey, abbandonato dalla sua donna dei desideri, rimanere con una moglie ormai non più sottomessa.
Non posso far altro che consigliarvi vivamente,amanti o no dell'opera lirica,di andarla a vedere almeno per una volta,vi innamorerete e nascera' in voi una passione trascendentale,viscerale che è l'Amore per la Musica,l'amore per Gioacchino Rossini.
Nel bene o nel male...................
…there is only one thing in the world worse than being talked about, and that is not being talked about.
Lo scrive Oscar Wilde, in “The Picture of Dorian Gray”. Mi sono sempre chiesto se tutti quelli che citano questa frase abbiano letto davvero il romanzo.
La frase, comunque, si trova nel primo capitolo, e la situazione è questa: Basil, il pittore che ha dipinto il celeberrimo ritratto al centro della vicenda, non vuole esporlo. Lord Herny Wotton, gli risponde:
Non lo esporrete? E perché mai, mio caro Basil? Avete ragioni particolari per far questo? Siete stranissimi individui, voi pittori. Fate tutto il possibile per farvi un nome; e quando lo avete conquistato par che cerchiate di perderlo. Questo è assurdo da parte vostra; al mondo non c’è che una cosa peggiore del far parlare si sé: il non far parlare di sé. Un ritratto simile vi aprirebbe molta strada tra i giovani di Inghilterra, e riempirebbe i vecchi di gelosia, ammesso che i vecchi siano sensibili a una passione. (traduzione di Raffaele Calzini, Mondadori 1982)
Non è questo il luogo per mettersi ad analizzare l’opera letteraria, ma spero di avervi incuriosito abbastanza da aprire il libro e leggerlo per intero. Magari, contestualmente, potreste cogliere l’occasione per approfondire che cosa era un “dandy” (no Enrico De Pedis della BANDA DELLA MAGLIANA) all’epoca di Oscar Wilde. E potreste addirittura arrivare alla mia stessa conclusione: la sua frase è citata a sproposito, e usarla a questo modo svilisce l’opera, il pensiero, e anche la vita di Oscar Wilde.
A questo punto vi pregherei di mettere a confronto la vostra riflessione sul romanzo e su Oscar Wilde con l’interpretazione della frase che gli esperti di marketing e politica hanno ridotto a “bene o male, purché se ne parli”
Il modesto parere è che la domanda da farsi dovrebbe essere un pelino più articolata di “ha fatto bene o male”. O magari le domande da farsi sono molte di più.
“Ciao, è iniziata la campagna elettorale e io uso qualsiasi mezzo."
Il che a me ricorda un’altra celebre citazione, un’altra opera e un altro autore, il Machiavelli, il cui pensiero viene spesso ridotto a 5 parole: “il fine giustifica i mezzi”.
(e invece ha scritto: “… e nelle azioni di tutti li uomini, e massime de’ principi, dove non è iudizio da reclamare, si guarda al fine. Facci dunque uno principe di vincere e mantenere lo stato: e mezzi saranno sempre iudicati onorevoli e da ciascuno lodati”)
Per il Machiavelli – chi lo ha letto lo sa – è praticamente impossibile ottenere il “potere” senza violare quei principi che, una volta raggiunta una posizione dominante, ci si propone di imporre agli altri. E questo perché il Machiavelli ha un’idea piuttosto pessimistica dell’essere umano. Tuttavia ne “Il Principe” c’è molto altro, e il messaggio non è proprio così lineare come sembra…
Insomma, la faccenda è ben più complessa e solleva interessanti questioni che vorrei cogliere insieme a voi nelle prossime occasioni.
Lo scrive Oscar Wilde, in “The Picture of Dorian Gray”. Mi sono sempre chiesto se tutti quelli che citano questa frase abbiano letto davvero il romanzo.
La frase, comunque, si trova nel primo capitolo, e la situazione è questa: Basil, il pittore che ha dipinto il celeberrimo ritratto al centro della vicenda, non vuole esporlo. Lord Herny Wotton, gli risponde:
Non lo esporrete? E perché mai, mio caro Basil? Avete ragioni particolari per far questo? Siete stranissimi individui, voi pittori. Fate tutto il possibile per farvi un nome; e quando lo avete conquistato par che cerchiate di perderlo. Questo è assurdo da parte vostra; al mondo non c’è che una cosa peggiore del far parlare si sé: il non far parlare di sé. Un ritratto simile vi aprirebbe molta strada tra i giovani di Inghilterra, e riempirebbe i vecchi di gelosia, ammesso che i vecchi siano sensibili a una passione. (traduzione di Raffaele Calzini, Mondadori 1982)
Non è questo il luogo per mettersi ad analizzare l’opera letteraria, ma spero di avervi incuriosito abbastanza da aprire il libro e leggerlo per intero. Magari, contestualmente, potreste cogliere l’occasione per approfondire che cosa era un “dandy” (no Enrico De Pedis della BANDA DELLA MAGLIANA) all’epoca di Oscar Wilde. E potreste addirittura arrivare alla mia stessa conclusione: la sua frase è citata a sproposito, e usarla a questo modo svilisce l’opera, il pensiero, e anche la vita di Oscar Wilde.
A questo punto vi pregherei di mettere a confronto la vostra riflessione sul romanzo e su Oscar Wilde con l’interpretazione della frase che gli esperti di marketing e politica hanno ridotto a “bene o male, purché se ne parli”
Il modesto parere è che la domanda da farsi dovrebbe essere un pelino più articolata di “ha fatto bene o male”. O magari le domande da farsi sono molte di più.
“Ciao, è iniziata la campagna elettorale e io uso qualsiasi mezzo."
Il che a me ricorda un’altra celebre citazione, un’altra opera e un altro autore, il Machiavelli, il cui pensiero viene spesso ridotto a 5 parole: “il fine giustifica i mezzi”.
(e invece ha scritto: “… e nelle azioni di tutti li uomini, e massime de’ principi, dove non è iudizio da reclamare, si guarda al fine. Facci dunque uno principe di vincere e mantenere lo stato: e mezzi saranno sempre iudicati onorevoli e da ciascuno lodati”)
Per il Machiavelli – chi lo ha letto lo sa – è praticamente impossibile ottenere il “potere” senza violare quei principi che, una volta raggiunta una posizione dominante, ci si propone di imporre agli altri. E questo perché il Machiavelli ha un’idea piuttosto pessimistica dell’essere umano. Tuttavia ne “Il Principe” c’è molto altro, e il messaggio non è proprio così lineare come sembra…
Insomma, la faccenda è ben più complessa e solleva interessanti questioni che vorrei cogliere insieme a voi nelle prossime occasioni.
martedì 2 dicembre 2014
Amore a tre.........
La scoperta di una infedeltà, all’interno della coppia, accendanon solo tempestosi confronti verbali ma anche improvvise passioni erotiche. Molte lettrici pensano che questo sia un fatto sorprendente e indecifrabile perché, soprattutto da parte di chi è tradito, la delusione e la collera sembrano inconciliabili con il desiderio sessuale. Riflettendo più attentamente ci si rende conto che un tradimento porta, con il suo carico di sofferenza, anche sotterranee forme di eccitazione. In realtà, per forte che possa sembrare tale ipotesi, si finisce ogni volta col fare l’amore in tre.
E’ difficile non evocare l’altra/altro domandandosi, ad ogni gesto, ad ogni parola ciò che lei/lui direbbe o farebbe nella stessa circostanza; il fantasma si impone con la sua presenza e costringe ad un continuo esame dei propri comportamenti amorosi.
Tutto questo crea una inconscia quanto rabbiosa competizione perché, in quel momento, non si sta inseguendo solo il desiderio di riavere il traditore tutto per sé, ma anche quello di vincere la silenziosa battaglia a distanza e riprendersi, con il proprio partner, anche la propria autostima.
Ros e Gis : eroi nascosti dietro un passamontagna
Il Raggruppamento operativo speciale dell'Arma dei Carabinieri (più spesso indicato semplicemente con l'acronimo ROS) è l'unico organo investigativo dell'Arma con competenza sia sulla criminalità organizzata che sul terrorismo. Il raggruppamento è a livello di brigata ed è inserito ordinativamente nella Divisione unità mobili e specializzate "Palidoro" mentre dipende funzionalmente dal Comando generale sotto il profilo tecnico-operativo.
Venne istituito formalmente il 3 dicembre 1990 con il decreto legge 13 novembre 1990 n. 324 e successivamente con decreto legge 13 maggio 1991, n.152, convertito dalla legge 12 luglio 1991, venne prevista l'istituzione di "Servizi centrali ed interprovinciali di polizia giudiziaria dell'Arma dei Carabinieri, della Polizia di Stato (Servizio centrale operativo) e della Guardia di finanza (GICO)" al fine di assicurare il collegamento delle attività investigative relative ai delitti di criminalità organizzata.
Nel 1992, all'interno del ROS, fu creata un'unità speciale il CRIMOR - Unità militare combattente, che pochi mesi dopo catturò il capo di Cosa nostra Totò Riina,dove si è reso protagonista l'allora famoso Capitano Ultimo,ora Colonello dei NOE (Nucleo Operativo Ecologico),iterpretato nell'omonimo film da Raoul Bova.
I suoi compiti maggiori sono : di criminalità organizzata di tipo mafioso e ricerca di grandi latitanti;di traffico di armi, narcotraffico e sequestri di persona;di analisi operativa.
Adesso soffermiamoci su i GIS ( Gruppo Intervento Speciale ),esso è stato istituito il 6 febbraio 1978, in piena emergenza terrorismo, per idea, impulso e direttiva dell'allora Ministro dell'Interno, On. Francesco Cossiga, che aveva visitato numerosi Paesi europei al fine di acquisire un'approfondita conoscenza dei rispettivi reparti speciali.
L'evolversi, in quel periodo, di fenomeni terroristici e di forme di disturbo dell'ordine pubblico richiese la costituzione di un'apposita unità per l'impiego in operazioni speciali anti-terrorismo e anti-guerriglia, con carabinieri tratti dall'allora Battaglione Carabinieri Paracadutisti "Tuscania" perché particolarmente addestrati ad intervenire nelle situazioni più rischiose anche in presenza d'ostaggi.
Di stanza a Livorno, il G.I.S., dipende per l'impiego dal Comando Generale dell'Arma dei Carabinieri ed è inquadrato nella 2^ Brigata Mobile.
Attualmente fornisce anche un supporto altamente qualificato ai reparti territoriali in occasione d' importanti operazioni di polizia.
Ancora oggi, tutti gli operatori del G.I.S. provengono dal I Reggimento Carabinieri Paracadutisti "Tuscania". Sono volontari, con età non superiore ai trent'anni e con ottimi precedenti disciplinari.
Le prove selettive per accedere al G.I.S. sono molto impegnative e constano anche di visite mediche e valutazioni psicoattitudinali finalizzate ad accertare la capacità operativa in situazioni ad elevato stress fisico e psicologico.
Chi supera le selezioni accede al "Corso per Operatore" del G.I.S., durante il quale si studiano varie discipline tra cui: tecniche di disarmo personale, tiro rapido
discriminato con armi corte e lunghe, impiego esplosivi,
alpinismo, tecnica di discesa rapida da pareti ed elicotteri,
tecniche d'irruzione in edifici, impiego materiali speciali,
tecniche di guardia del corpo, tecniche d'intervento su obiettivi
particolari (autobus, aerei, treni).
Superato il corso, l'operatore G.I.S. partecipa ad ulteriori corsi di specializzazione quali: operatore subacqueo, paracadutista con tecnica della caduta libera, tiratore scelto ed artificiere antisabotaggio.
L'obiettivo perseguito da tale training intensivo è l'impiego di un elemento particolarmente selezionato, profondamente motivato e capace di distinguersi per tecnica, lucidità ed equilibrio, specie in attività coordinate per operazioni speciali.
Il reparto, considerato di solito come "ultima ratio", ebbe il battesimo operativo il 29 dicembre 1980 quando fece irruzione nel supercarcere di Trani (BA), sgominando in modo estremamente rapido e incruento una rivolta di detenuti che avevano preso in ostaggio 18 Agenti di custodia.
Venne istituito formalmente il 3 dicembre 1990 con il decreto legge 13 novembre 1990 n. 324 e successivamente con decreto legge 13 maggio 1991, n.152, convertito dalla legge 12 luglio 1991, venne prevista l'istituzione di "Servizi centrali ed interprovinciali di polizia giudiziaria dell'Arma dei Carabinieri, della Polizia di Stato (Servizio centrale operativo) e della Guardia di finanza (GICO)" al fine di assicurare il collegamento delle attività investigative relative ai delitti di criminalità organizzata.
Nel 1992, all'interno del ROS, fu creata un'unità speciale il CRIMOR - Unità militare combattente, che pochi mesi dopo catturò il capo di Cosa nostra Totò Riina,dove si è reso protagonista l'allora famoso Capitano Ultimo,ora Colonello dei NOE (Nucleo Operativo Ecologico),iterpretato nell'omonimo film da Raoul Bova.
I suoi compiti maggiori sono : di criminalità organizzata di tipo mafioso e ricerca di grandi latitanti;di traffico di armi, narcotraffico e sequestri di persona;di analisi operativa.
Adesso soffermiamoci su i GIS ( Gruppo Intervento Speciale ),esso è stato istituito il 6 febbraio 1978, in piena emergenza terrorismo, per idea, impulso e direttiva dell'allora Ministro dell'Interno, On. Francesco Cossiga, che aveva visitato numerosi Paesi europei al fine di acquisire un'approfondita conoscenza dei rispettivi reparti speciali.
L'evolversi, in quel periodo, di fenomeni terroristici e di forme di disturbo dell'ordine pubblico richiese la costituzione di un'apposita unità per l'impiego in operazioni speciali anti-terrorismo e anti-guerriglia, con carabinieri tratti dall'allora Battaglione Carabinieri Paracadutisti "Tuscania" perché particolarmente addestrati ad intervenire nelle situazioni più rischiose anche in presenza d'ostaggi.
Di stanza a Livorno, il G.I.S., dipende per l'impiego dal Comando Generale dell'Arma dei Carabinieri ed è inquadrato nella 2^ Brigata Mobile.
Attualmente fornisce anche un supporto altamente qualificato ai reparti territoriali in occasione d' importanti operazioni di polizia.
Ancora oggi, tutti gli operatori del G.I.S. provengono dal I Reggimento Carabinieri Paracadutisti "Tuscania". Sono volontari, con età non superiore ai trent'anni e con ottimi precedenti disciplinari.
Le prove selettive per accedere al G.I.S. sono molto impegnative e constano anche di visite mediche e valutazioni psicoattitudinali finalizzate ad accertare la capacità operativa in situazioni ad elevato stress fisico e psicologico.
Chi supera le selezioni accede al "Corso per Operatore" del G.I.S., durante il quale si studiano varie discipline tra cui: tecniche di disarmo personale, tiro rapido
Superato il corso, l'operatore G.I.S. partecipa ad ulteriori corsi di specializzazione quali: operatore subacqueo, paracadutista con tecnica della caduta libera, tiratore scelto ed artificiere antisabotaggio.
L'obiettivo perseguito da tale training intensivo è l'impiego di un elemento particolarmente selezionato, profondamente motivato e capace di distinguersi per tecnica, lucidità ed equilibrio, specie in attività coordinate per operazioni speciali.
Il reparto, considerato di solito come "ultima ratio", ebbe il battesimo operativo il 29 dicembre 1980 quando fece irruzione nel supercarcere di Trani (BA), sgominando in modo estremamente rapido e incruento una rivolta di detenuti che avevano preso in ostaggio 18 Agenti di custodia.
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