Che la fine di un amore implichi automaticamente una sia pur
transitoria perdita di sé è cosa ben nota a tutti i cuori infranti. Ci
si sente smarriti e soli e si diventa particolarmente sensibili a tutto
ciò che, nel mondo esterno, ricorda sentimenti, emozioni e calore
affettivo. I giorni di solitudine saranno particolarmente accentuati i
richiami agli scambi amorosi e diventerà più facile essere “aggrediti”
dalle immagini della felicità perduta. Il pericolo maggiore è quello di
mettersi a inseguire il ricordo dell’altro, di domandarsi dove come e
con chi trascorrerà i giorni che non saranno piu', con chi condividera quello o questo....
Tutto questo rischia di diventare un inutile massacro emotivo e soprattutto di far ulteriormente deragliare la stima di sé.
Per sottrarsi a questo agguato bisognerebbe riprendersi la vita,
occuparsi della parte più bambina di se stesse e darsi, proprio come si
fa con i più piccoli, l’incanto necessario per superare le crisi da cui
si è assediati, sia quelle individuali sia quelle collettive. Dunque
l’augurio contenuto in questo post suona diverso da quelli consueti e
dice: “Non ti scordar di te”.
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